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(non) facciamo paragoni!

23 Febbraio 2022

Ospitiamo volentieri sul blog un contributo di Zeno, che ha già fatto un video e ora ci ha raccontato per iscritto cosa c’è che non va con i paragoni fatti tra l’ovovia prevista a Trieste e gli impianti presenti in altre città. Buona lettura! —— Ciao sono Zeno, triestino, e attualmente vivo a Lisbona. Ho...

Ospitiamo volentieri sul blog un contributo di Zeno, che ha già fatto un video e ora ci ha raccontato per iscritto cosa c’è che non va con i paragoni fatti tra l’ovovia prevista a Trieste e gli impianti presenti in altre città. Buona lettura!

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Ciao sono Zeno, triestino, e attualmente vivo a Lisbona. Ho deciso di scrivere in seguito al video che ho già pubblicato dove analizzo vari aspetti riguardanti il confronto tra la cabinovia/ovovia che vogliono costruire a Trieste e le altre realtà presenti nel mondo. Trattandosi di un video molto lungo (quasi 19 minuti), quest’articolo si può considerare come una sintesi di ciò che viene analizzato.
Innanzitutto mi piacerebbe sottolineare come il progetto per la cabinovia/ovovia di Trieste è stato in primo luogo presentato come un mezzo di trasporto rapido di massa, atto a risolvere la cosiddetta “penetrazione Nord” di Trieste, per poi mutarsi verso un’attrazione turistica. Questa cosa mi lascia perplesso, perché credo che bisognerebbe aver chiari a priori gli obiettivi e fini di una tale costruzione e non cambiarli a seconda di come fa più “comodo”.
Inizio analizzando la situazione del Teleferico Parque Das Nações a Lisbona, giacché è stato il primo impianto a fune a venir paragonato alla nostra cabinovia; da molti, è stato perfino considerato come un “gemello” di quello che vogliono costruire a Trieste. Ma non è proprio così, anzi.
Il Teleferico Parque Das Nações viene costruito con i soldi dell’Expo del ’98 per riqualificare una zona periferica, situata nella zona Nord Est di Lisbona, dove non esisteva nulla. Assieme al Teleferico sono stati costruiti un Centro Commerciale (più piccolo delle nostre Torri d’Europa), un ponte per collegare l’altra riva del fiume Tago e un paio di grattacieli che poi sono stati venduti e trasformati in hotel o in casinò. Inoltre sono state finanziate compagnie per insediare le loro sedi in tale zona (infatti troviamo due palazzi di due compagnie telefoniche). Ciò nonostante è rimasto un luogo non residenziale; i portoghesi utilizzano l’area per farsi la passeggiata domenicale o per andare in uno dei due padiglioni presenti a Lisbona per potersi vaccinare contro il covid.
Per intenderci ci troviamo a 22 minuti di macchina (11,4 chilometri), 42 minuti di metropolitana (bisogna prendere 2 linee e fare un pezzo a piedi) e 2 ore a piedi, dalla stazione di Baixo-Chado, considerata il centro antico e turistico della città.
Bisogna ricordare che ci troviamo a Lisbona, città di oltre 1 milione di abitanti considerando l’agglomerato urbano, capitale di uno stato di 10 milioni di abitanti dove lo stipendio minimo lordo (dati EUROSTAT 2020) è di 740 euro. Volendo fare un paragone, lo stipendio medio lordo in Spagna è di 1100 euro e la Spagna è un posto più caro del Portogallo. A sua volta l’Italia è un posto più caro della Spagna.
Appare chiaro che se il biglietto del teleferico costa 6,50 euro per gli over 13 anni solo in andata e 8 euro in andata e ritorno e che se rimane aperta in alta stagione dalle 10:30 alle 20, mentre in bassa stagione dalle 11 alle 18, l’impianto viene utilizzato solo ed esclusivamente da turisti, per cui il paragone con l’ovovia di Trieste non regge.
Infine, avendo un percorso lungo la linea del fiume Tago, per poterla paragonare a quella di Trieste bisognerebbe pensare a un’ovovia che collega il Castello di Miramare con la Pineta di Barcola.
Mi piacerebbe poi analizzare il video “Cabinovia Metropolitana Trieste” e reperibile ovunque, prodotto e utilizzato dal Comune di Trieste per promuovere e pubblicizzare l’ovovia.
In particolare, tra il secondo 0:05 e 0:20, vengono mostrate immagini di vari impianti a fune in giro per il mondo. A rigor di logica, se io promoziono un prodotto o servizio che sia, attraverso immagini di prodotti e servizi già esistenti, è perché considero che tali prodotti o servizi siano simili al mio. Ma non è proprio così.
Il primo impianto illustrato è la Funicular dos Guindais a Oporto, città bellissima situata a nord del Portogallo, quasi al confine con la Spagna. È un impianto riaperto nel 2004 e costato 4.79 milioni di euro che però non ha nulla a che fare con l’ovovia di Trieste in quanto è una sorta di “ascensore a cremagliera” molto più simile al nostro tram, con un percorso che dura 2:09 minuti.
Il secondo impianto rappresentato è il Metrocable de Medellín, Colombia, e pure questo non è confrontabile con il “nostro” progetto.
Si tratta di un sistema di 13 stazioni (4 linee) e lungo 10 chilometri, in una città di 2.5 milioni di abitanti (che raggiunge i 4 milioni con l’area metropolitana) situata a 1500 metri sul livello del mare, e ha come obiettivo “abbattere le disuguaglianze sociali di alcuni cittadini raggiunti dalla struttura”. Quindi il paragone con l’ovovia triestina non regge.
Il terzo impianto proposto è il Cablebús e nel video viene evidenziato che si trova a Città del Messico. Teoricamente, però. Perché innanzitutto parliamo di una delle tre città più popolate al mondo e poi perché non si trova proprio a Città del Messico. È un sistema di due linee che collega due città situate nell’estrema periferia a nord e a nord est di Città del Messico. La prima linea si trova a Cuautepec (500.000 abitanti) e collega una zona tra i 2200 metri e i 2800 metri sul livello del mare; la seconda si trova a Iztapalapa (2 milioni di abitanti) e collega una zona tra i 2240 metri e i 2820 metri sul livello del mare. Quindi, come nel caso di Medellin, l’obiettivo è collegare zone estremamente periferiche, poco accessibili e, perdonatemi il termine, “povere” che altrimenti resterebbero isolate.
La quarta e ultima funivia mostrata è la Dubrovnik Cable Car di Dubrovnik in Croazia. Ha un percorso di 3 minuti e il costo del biglietto è di 11 euro per l’andata e 20 euro per l’andata e ritorno. Quindi capirete che, considerando gli stipendi e il costo della vita in Croazia, la sua funzione è prettamente turistica. Inoltre, piccolo particolare, è ferma da mesi con l’obiettivo di una sua riapertura prevista per Aprile 2022. Si dice che il fatto sia dovuto alla manutenzione, ma è molto più probabile che a causa della pandemia manchino i turisti e che quindi tenerla aperta comporterebbe grosse perdite economiche.
Infine volevo ricordare altri impianti situati nel mondo così da poter dare una visione d’insieme ancora più ampia delle tipologie.
Sapevate che esiste una cabinovia a Londra? Ebbene sì, si chiama Emirates Air Line ed è stata costruita nel 2012 in seguito alle Olimpiadi che disputate in città. È costata 60 milioni di sterline e collega le due sponde del Tamigi. Attualmente, è talmente poco utilizzata, che hanno dovuto ridurre a 1/3 il costo del biglietto (ora costa 4,40 sterline per l’andata e 10 sterline per andata e ritorno) ma continua a non essere utilizzata (NDR: solo 3.500 passeggeri al giorno per una città di 8.900.000 abitanti e 20 milioni di turisti all’anno).
Esiste pure una cabinovia a “Berlino”, chiamata Funivia IGA Gärten der Welt. Ho messo Berlino tra virgolette perché anche in questo caso non è proprio Berlino centro (città di oltre 4 milione di abitanti senza contare l’area metropolitana), ma si trova nell’estrema periferia nord orientale della città, più in particolare tra Marzahn (108.136 abitanti) e Hellersdorf (79.013 abitanti). Quest’impianto è stato inaugurato il 13 aprile 2017 in occasione dell’IGA, l’Esposizione Internazionale di Giardinaggio del 2017. La cabinovia attraversa il parco Erholungspark Marzahn, nella zona di Berlino Est. Inizialmente doveva restare aperta 3 anni; successivamente è diventata di proprietà statale nel tentativo di mantenerla aperta. Da notare che non fa parte della rete di trasporti cittadina. Il costo era di 20 euro con incluso il biglietto per la mostra. Senza attività nel luogo dove è stata adibita la mostra, non la usa più praticamente nessuno.
Spostiamoci adesso in Sudamerica e più precisamente a Rio de Janeiro, in Brasile.
In questa città esiste il famosissimo Bondinho do Pão de Açúcar, inaugurato nel 1912. Il un costo del biglietto è di 30 dollari. È costituito da due linee che collegano il suolo con una prima montagna e, successivamente, questa con una seconda montagna. Ha uno scopo meramente turistico per poter vedere la città di Rio de Janeiro dall’alto.
Ma a Rio esistevano altre cabinovie, come ad esempio il Teleférico da Providência e il Teleférico do Alemão. La prima è stata costruita per collegare la più antica favela di Rio, Morro da Providência, con la città. Inaugurata nel 2014, ha smesso di funzionare nel 2016 a causa della mancanza di soldi per la manutenzione. La seconda, è stata costruita per collegare il Complexo do Alemão con la città di Rio. Chiusa anche questa per mancanza di fondi per la manutenzione.
Si possono inoltre ricordare il Mi Teleferico a La Paz (2.5 milioni di abitanti con l’area metropolitana) in Bolivia e il Teleférico de Caracas (2 milioni di abitanti). La prima è un sistema costituito da 12 linee con l’obiettivo di collegare la città di El Alto (943.558 abitanti), situata a 4100 metri, con La Paz situata a 3600 metri di altitudine. La seconda collega Caracas con il monte El Avila da 1000 a 2500 metri slm ed è funzionale alla mobilità di parecchi abitanti della zona che vivono in zone isolate.
Riassumendo, si può chiaramente notare la differenza tra la funzione di impianti a fune in Europa, che hanno un fine meramente turistico e in Sudamerica, dove servono come mezzo d’integrazione sociale per cittadini che vivono in condizioni precarie e isolati dal centro della città.
E potrei andare avanti ancora con gli esempi, parlando di Ankara, Mérida, Portland, Sarajevo, Gibilterra, Tbilisi, Masada, Tolosa, Haifa, Barcellona, Trapani/Erice, Istanbul, Bolzano (Funivia del Renon), Manhattan (New York)…..
Spero che quest’analisi possa essere utile per capire le differenze tra le varie realtà presenti nel mondo e “l’ovovia” che vogliono costruire a Trieste e sul fatto di quanto poco possa rivelarsi utile e dannosa un’opera del genere. Anche perché è un problema non solo per gli abitanti della zona che vedrebbero passare centinaia di cabine al giorno, ma di tutta la cittadinanza, in quanto qualcuno i costi di manutenzione della cabinovia dovrà pure pagarli. Inoltre, personalmente ritengo incredibile che ancora non sia stato ancora contattato nessun geologo per indagare sulla fattibilità di un progetto del genere. Stiamo parlando di una zona, come Strada del Friuli, che è franata per ben tre volte, a quanto ricordo, negli ultimi anni (là della curva del Faro, qualche centinaio di metri dopo all’altezza di via Righetti dove hanno costruito un parcheggio e all’entrata del paese di Contovello). Sarebbe come aver completato il progetto per la realizzazione di un’automobile, essere pronti per mandarlo in di produzione, ma non aver ancora contattato nessun ingegnere meccanico.
Un saluto e un abbraccio
Zeno Lisbona, 19/02/2022

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