Perché NO?

10 motivi per non realizzare l'ovovia a Trieste

1. STOP di ALMENO 60 GIORNI ALL’ANNO PER VENTO E 18 per MANUTENZIONE:

l’ovovia starà ferma almeno due mesi e mezzo all’anno: 60 giorni a causa del vento e 18 giorni per la manutenzione obbligatoria. Inoltre in una situazione climatica in evidente cambiamento, è verosimile che le giornate di eventi climatici estremi aumentino. Non è dunque un mezzo utilizzabile e compatibile per i tragitti quotidiani casa-lavoro;

2. INSOSTENIBILITÀ ECONOMICA: 100 MILIONI DI EURO DI PERDITA IN 40 ANNI

48 milioni di euro per realizzare l’infrastruttura e un costo annuo di 3,5 milioni di euro di gestione ordinaria. Il progetto preliminare prevede che siano necessari almeno 11.400 passeggeri/giorno tra Molo IV e Stazione Porto Vecchio, almeno 8.300 passeggeri/giorno tra la stazione Porto Vecchio e Bovedo, e almeno 3.700 passeggeri/giorno tra Bovedo e Opicina per un pareggio di bilancio, ipotizzando un costo di 1,35 € per i biglietti urbani e 5 € per quelli turistici: una domanda di mobilità con trasporto pubblico che non è attendibile. A questo si aggiungeranno i costi della manutenzione straordinaria. Il tutto porterà, in base alle proiezioni realistiche dei passeggieri, ad almeno 100 milioni di euro di perdita in 40 anni.  A spese del nostro Comune? A vantaggio di chi?

3. QUATTRO ETTARI DI DISBOSCAMENTO A CAMPO ROMANO e BOSCO BOVEDO:

Per realizzare l’ovovia ci sarà il disboscamento di più di 4 ettari. Per realizzare il parcheggio da 780 posti e la stazione a Campo Romano nei pressi di Opicina andrà distrutto un bosco di più di 2 ettari. Lungo il percorso nel tratto Bovedo-Opicina oltre alla posa in opera dei 15 pali (di cui 9 lungo la dorsale carsico) per sostenere l’ovovia, vi sarà un disboscamento largo almeno 14,3 metri e che nel complesso sarà di altri 2 ettari. Tutto ciò in una zona della Rete Ecologica Europea “Natura 2000” zona di protezione speciale e sito di interesse comunitario. Questo consumo di suolo non è in linea con la sostenibilità ambientale requisito fondamentale per i progetti finanziati dal PNRR;

4. NON SI INTEGRA CON IL TRASPORTO PUBBLICO ED ENTRA IN CONCORRENZA CON IL TRAM DI OPICINA:

Il progetto dell’Ovovia non ha alcun rapporto con il vigente piano del trasporto pubblico locale di Trieste e al momento non esistono evidenze di incrementi di chilometri di percorrenza annua che dall’entrata in esercizio dalla nuova infrastruttura comporterà. L’ovovia farà concorrenza al tram di Opicina quale collegamento Carso-città e nel tratto Barcola Bovedo-Porto Vecchio non soddisferà il servizio di trasporto pubblico in quanto le tre fermate previste sono troppo distanti tra loro: 1400 metri tra la fermata Bovedo e quella denominata Porto Vecchio e 1000 metri tra Porto Vecchio e la stazione terminale presso il Molo IV;

5. CREA DISAGI AI RESIDENTI DEL CARSO:

La realizzazione dell’ovovia attirerà flussi di traffico verso la stazione di partenza e il parcheggio di Campo Romano. Questi flussi veicolari creeranno traffico, smog, rumore e una difficile gestione dei parcheggi, in particolare per i residenti di Campo Romano, ma più in generale anche per tutta Opicina che vedra’ dirottate alcune centinaia di auto al giorno nelle strade della zona.  Inoltre per le tante persone che hanno residenza lungo il tracciato il continuo passaggio delle cabine avrà  un impatto negativo sulla serena vita quotidiana, al limite di violazione della privacy.

6. MANUTENZIONE STRAORDINARIA A CARICO DEL COMUNE:

Il decreto che assegna il finanziamento per la realizzazione della cabinovia, precisa che l’infrastruttura sarà di proprietà del Comune e qualora il medesimo la darà in gestione a terzi per il servizio di trasporto, in caso che il soggetto non fosse più intenzionato a gestirla, rientrerà nella disponibilità del patrimonio comunale. Tali disposizioni comportano che i costi di manutenzione straordinaria graveranno sul bilancio comunale e si precisa che l’organico comunale non dispone di esperti in materia di infrastrutture a fune e tantomeno di risorse finanziarie per affrontare gli impegni derivanti dal mantenimento in sicurezza dell’impianto. Va evidenziato che le difficoltà nel ripristino in esercizio del Tram di Opicina derivano proprio da queste carenze già oggi presenti in Comune;

7. SFIORA IL FARO DELLA VITTORIA E DETURPA IL PAESAGGIO E IL VIALE DEL PORTO VECCHIO:

L’ovovia passerà a meno 60 metri dal monumento del Faro della Vittoria, uno dei monumenti simbolo di Trieste. Inoltre l’ovovia sorvolera’ il percorso pedonale che attraverserà il Porto Vecchio rovinando il paesaggio con la presenza di 12 piloni, gli enormi volumi delle due stazioni e l’incombente presenza delle cabine sopra i passanti. Queste transiterebbero sul percorso una ogni 10 secondi a 22 Km/h. Tutto ciò modificherebbe in modo pesante l’assetto paesaggistico monumentale del viale del Porto Vecchio e la percezione degli immobili che vi si affacciano;

8. RISCHIO IDROGEOLOGICO:

Tutte le aree interessate dal progetto a monte di Viale Miramare e fino alla stazione di di Campo Romano sono soggette a rischio idrogeologico, rischio che per altro aumenta col disboscamento. A conferma di ciò va ricordato che in questi anni strada del Friuli è stata interessata da frequenti smottamenti e cedimenti;

9. UN’OVOVIA PRIVA DI COMODITÀ:

Il progetto attuale prevede cabine prive di sistema di condizionamento e di riscaldamento con evidenti problemi di comfort nelle calde giornate estive e nei freddi mesi invernali. A questo si aggiungerebbe il problema dell’ondeggiamento laterale delle cabine nel caso di vento sotto ai 80km/h previsti per lo stop dell’ovovia: fare il tragitto di 16 minuti da Campo Romano a Trieste con un continuo ondeggiamento potrebbe comportare dei disagi per gli utenti. In queste condizioni di così scarso comfort, risulterà certamente difficile fidelizzare l’utenza locale;

10. CITTADINANZA NON COINVOLTA:

Il processo decisionale dell’ovovia è stato poco trasparente e non partecipativo. Un progetto di questa portata e di questi impatti richiede una discussione e un confronto serio, che veda i cittadini protagonisti. Per fare questo serve una campagna informativa chiara ed esaustiva, e degli spazi, strumenti e tempistica adeguati ad un processo partecipato reale.

Il video con i 10 motivi del NO riassunti:

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