Le continue dichiarazioni da parte della Giunta sul progetto ovovia non fanno altro che gettare fumo negli occhi dei cittadini, impedendo ancora una volta un confronto trasparente e onesto con la cittadinanza e un ascolto autentico delle ragioni di contrarietà al progetto. L’ipotesi di spostare a Monte Grisa la stazione sull’altipiano si tradurrebbe in quasi...
Prolungamento dell’Ovovia a Monte Grisa: più disboscamento, costi e vento
Le continue dichiarazioni da parte della Giunta sul progetto ovovia non fanno altro che gettare fumo negli occhi dei cittadini, impedendo ancora una volta un confronto trasparente e onesto con la cittadinanza e un ascolto autentico delle ragioni di contrarietà al progetto. L’ipotesi di spostare a Monte Grisa la stazione sull’altipiano si tradurrebbe in quasi tre ettari in più di disboscamento, aumento dei costi di realizzazione e maggiore esposizione alla bora.
Il cambio del tragitto prospettato dalla Giunta aumenta invece che diminuire i punti di debolezza del progetto dell’ovovia, l’Amministrazione dovrebbe smetterla di prendere in giro i cittadini. Ricordiamo, innanzitutto al Sindaco Dipiazza e alla sua Giunta, che nel progetto preliminare ci sono quattro ipotesi di tracciato e che quella che ha come stazione di arrivo Monte Grisa partendo da Barcola viene ritenuta tecnicamente ed economicamente non sostenibile dallo studio stesso. Se ora si immaginano soluzioni e percorsi diversi da quelli inviati al Ministero dei Trasporti, ciò mostra, una volta di più, quanto debole e superficiale sia il progetto dell’ovovia.
Il nuovo percorso ipotizzato dall’Assessore Lodi, con il prolungamento da Campo Romano al Santuario di Monte Grisa, comporterebbe l’aggiunta di una nuova stazione e altri due chilometri di piloni e cavi . Ciò comporterebbe un significativo aumento dei costi, tanto di realizzazione quanto di gestione. Oltre agli aspetti economici c’è un peggioramento anche sull’impatto ambientale e paesaggistico: due ettari e mezzo di disboscamento su uno dei tratti più panoramici del Carso, appena sopra la Napoleonica. Si tratta di una parte del ciglione carsico particolarmente esposta al vento ed è verosimile che i giorni di stop dell’ovovia per Bora, che il progetto indica in 30 all’anno, aumenterebbero.
Ulteriore aspetto non trascurabile è che il finanziamento del Ministero è finalizzato allo “sviluppo di trasporto rapido di massa” mentre qui siamo in presenza di un’infrastruttura che pare sempre più indirizzata a fini turistici. Va ricordato infine che i fondi del Piano nazionale per la ripresa e resilienza (PNRR) devono soddisfare al principio di ‘non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali’, mentre il disboscamento, addirittura ampliato dalla variante del tracciato, è evidentemente in contraddizione con questo vincolo.
Foto: Santuario di Monte Grisa, Paolo Ferracin, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons