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Bosco Bovedo è unico e va salvato

24 Gennaio 2022

L’ovovia di Trieste passerà per Bosco Bovedo. Qui verrà disboscata una striscia della larghezza di (almeno) 14 metri, sulla quale verranno preservati solamente i cespugli, mentre gli alberi di alto fusto andranno abbattuti. Oltre alla striscia di 14 metri sotto il percorso dell’ovovia, dovranno presumibilmente essere previste delle strade per raggiungere i piloni, sia in...

L’ovovia di Trieste passerà per Bosco Bovedo. Qui verrà disboscata una striscia della larghezza di (almeno) 14 metri, sulla quale verranno preservati solamente i cespugli, mentre gli alberi di alto fusto andranno abbattuti. Oltre alla striscia di 14 metri sotto il percorso dell’ovovia, dovranno presumibilmente essere previste delle strade per raggiungere i piloni, sia in fase di costruzione che per i mezzi di emergenza.

 

Vediamo più da vicino cos’è bosco Bovedo e perché la cosa dovrebbe interessarci.

 

Bosco Bovedo è una Zona a Protezione Speciale (ZPS) in quanto Sito di Importanza Comunitaria (SIC), appartenente alla Rete Natura 2000 e dove è pertanto consentita la sola manutenzione ordinaria del bosco, mentre è proibito qualunque tipo di intervento. Quindi siamo a posto, verrebbe da pensare: l’ovovia non si potrà fare, la Regione non approverà mai la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Ebbene purtroppo questo è falso, poiché le opere del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) andranno in contro ad una procedura semplificata e necessariamente meno approfondita di VIA. Allo stesso tempo, un intervento di mobilità pubblica può derogare vincoli ambientali.

 

Cosa abbiamo da perdere? Un sito unico.  Un bosco di naturale di querce, carpini e frassini. Il Bosco Bovedo è talmente importante che nella prima legge in assoluto che tutelava il Carso, la legge 442/1971 (“Legge Belci”) che individuava le 7 zone più meritevoli di tutela di tutto il Carso (compreso quello Goriziano) c’è il Bosco di Barcola-Bovedo, unica zona su 7 addirittura non su suolo carsico ma inserita per la sua straordinaria importanza (anche turistica, didattica, mai valorizzata).

E ora proprio una delle zone importanti quanto la Val Rosandra o il Sentiero Rilke si vuole distruggere? È l’unico luogo d’Europa in cui il rovere cresce insieme a piante mediterranee, l’unico bosco di rovere sul mare di tutta Italia. Qui cresce il carpino orientale, tipico dell’entroterra Dalmato, anziché il carpino nero che è invece comune sul resto del Carso. Non ha mai ospitato coltivazioni, e gli alberi più anziani risalgono a prima della Grande Guerra.

 

Questo bosco è un vero polmone verde e un’oasi rifugio per centinaia di uccelli e farfalle. Vi si trova la rara farfalla Polissena (Zerynthia polyxena), o il Cervo Volante (Lucanus cervus), o il Saettone (Zamenis  longissimus), specie di direttiva habitat il cui ambiente non può essere modificato e alterato per norme europee, recepite in Italia col decreto 357/97 e succ. Mod.

 

Il bosco e i suoi ospiti sono già a rischio a causa dell’aridità dovuta ai cambiamenti climatici e delle specie aliene. La costruzione dell’ovovia comporterebbe l’abbattimento di centinaia di alberi, mentre le strade di accesso sarebbero la porta d’ingresso di molte specie invasive.

 

Trieste perderebbe per sempre un bosco unico, secolare, pieno di biodiversità, e proprio per queste ragioni tutelato. Questo è uno dei motivi per cui attivarsi con forza contro il progetto dell’ovovia.

 

Riferimenti:

 

https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ambiente-territorio/tutela-ambiente-gestione-risorse-naturali/FOGLIA203/FOGLIA105/

 

http://www.ortidimassimiliano.it/servizi/il-bosco-sul-mare/

 

https://youtu.be/Tz4iPUeAftM

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