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L’ovovia ha già portato – e ancora porterà – problemi per la salute pubblica

27 Luglio 2023

Il comitato No ovovia ha fatto il punto sull’iter dell’ovovia e sui numerosi ostacoli che il progetto deve ancora superare. Il coordinatore del comitato William Starc ha evidenziato che il procedimento per verificare la possibilità di concedere la deroga al vincolo di non costruire impianti a fune delle zone Natura 2000 è ancora in corso,...

Il comitato No ovovia ha fatto il punto sull’iter dell’ovovia e sui numerosi ostacoli che il progetto deve ancora superare. Il coordinatore del comitato William Starc ha evidenziato che il procedimento per verificare la possibilità di concedere la deroga al vincolo di non costruire impianti a fune delle zone Natura 2000 è ancora in corso, presso il competente Servizio della Direzione regionale dell’Ambiente. La deroga potrebbe essere concessa solo nel caso in cui fosse dimostrato un impatto positivo sulla salute dell’uomo e sulla sicurezza pubblica, o conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente. Per dimostrare questi impatti, e ottenere la deroga, di esclusiva competenza regionale, bisogna dimostrare con motivate e circostanziate analisi tecnico scientifiche che sussistono tali condizioni.

“Per quanto riguarda la Salute umana  – precisa Starc –  manca completamente un’analisi epidemiologica che permetta di conoscere lo stato di Salute attuale della popolazione interessata dall’opera. Affermare genericamente che comunque il ridimensionamento dei flussi veicolari con riduzione del traffico non può far male, di scientifico non ha alcun elemento sostanziale a supporto, come specificato dal DM 184. Inoltre non ci sono, negli elaborati del progetto della Cabinovia, analisi sulla qualità dell’aria nelle zone interessate sulla presenza di inquinanti originati dal traffico veicolare, sul rumore, sulla presenza di patologie nella popolazione residente, che potrebbero essere condizionate dall’impianto. Manca completamente quindi uno scenario di partenza e dello stato di fatto sulla salute della popolazione potenzialmente interessata dall’intervento. Informazioni necessarie per confrontare i dati reali con quelli attesi di progetto, operazione fondamentale per dare credibilità a quanto si sostiene nel parere emesso dalla Direzione regionale della Sanità e ASUGI.”

Sull’impatto sulla salute è intervenuto anche il dottor Giorgio Tamburlini, già direttore scientifico del Burlo Garofolo e consulente per OMS e Unicef.  “Da un’attenta analisi dei pareri – afferma Tamburlini – emerge che i benefici per la salute pubblica non sono significativi, sono  ipotetici e non dimostrabili mentre invece ci sono degli evidenti danni potenziali e non ipotetici sulla salute persone che abitano lungo il tracciato”.  A supporto di questa analisi è intervenuta anche la dottoressa Cinzia Cosimi, medico di famiglia a Opicina, che ha testimoniato come tra i suoi pazienti che vivono nella zona interessata dal progetto ci sono numerosi casi di insonnia e sindrome ansiose e depressive che hanno portato all’assunzione di farmaci. “I problemi di salute causati dal progetto dell’ovovia ci sono già” – ha dichiarato la dottoressa Cosmini. 

Andrea Wehrenfennig ha evidenziato inoltre che per quanto riguarda le conseguenze positive per l’Ambiente, il parere rilasciato in sede di conferenza dei servizi dal Servizio regionale della Biodiversità afferma che ”in coerenza con le conclusioni di valutazione di incidenza negativa di primo grado, la realizzazione del progetto non può che dirsi, ai fini della biodiversità, peggiorativo delle condizioni ambientali”. Tale presa di posizione è rafforzata dalla valutazione d’incidenza appropriata di II livello espressa in data 17/7 sempre dal Servizio di Biodiversità in cui si afferma che: “dalla analisi della documentazione agli atti è probabile che si verifichi un’incidenza negativa rispetto agli habitat e alle specie dei Siti di Natura 2000 ZPS IT 3341002” Aree Carsiche della Venezia Giulia  e ZSC it 3340006” Carso triestino e Goriziano”. 

Il professore Maurizio Fermeglia ha riportato che il Comune di Trieste ha dato un incarico specifico per definire, ai sensi delle normative ISO, l’impronta di CO2 che la Cabinovia origina dalla sua costruzione, all’esercizio e alla demolizione. “Questo incarico deriva  dalle osservazioni che abbiamo fatto pervenire alla Regione dove grazie a una accurata valutazione di impatto ambientale LCA abbiamo dimostrato che la cabinovia, se realizzata, emetterebbe C02 maggiore rispetto alla situazione attuale – afferma Fermeglia -. Ciò  ha  spinto ARPA a chiedere documentazione appropriata e aggiuntiva su quanto sostenuto dagli uffici comunali sulla produzione di CO2.” 

“Riteniamo – ha concluso William Starc – vi siano elementi sufficienti  per affermare che il progetto non presenta i requisiti che il Ministero pone per concedere la deroga al divieto di realizzazione di impianti a fune in zone di Natura 2000. Ribadiamo che agiremo in tutte le sedi per far valere questa disposizione, a tutela di un bene pubblico come il Bosco Bovedo e di un patrimonio archeologico industriale come il Porto Vecchio.”

Nel corso della conferenza è stata anche data notizia del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato da parte delle Comunelle di Opicina per l’annullamento previa sospensiva della Variate 12 del PRGC che introduce l’ovovia da Bovedo a Opicina. Il ricorso si basa sia sulla mancata pubblicazione delle notifiche della variante sui quotidiani di lingua slovena, come invece previsto dalle norme a tutela delle minoranze linguistiche, sia sul fatto che la proprietà collettiva non è stata coinvolta dall’inizio del progetto così come previsto dalla legge.

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